Rossi Nunzio
Napoli, 1626 ca. - Sicilia, dopo il 1650
Le pochissime informazioni sull'artista napoletano si concentrano tra il 1644, anno in cui, giovanissimo, appone la firma e la data sul grande telero dell'Adorazione dei pastori destinato alla chiesa di San Girolamo della Certosa, a Bologna, e il 1649, quando è impiegato dai Ruffo nella decorazione del palazzo di famiglia a Messina con soggetti mitologici eseguiti con la tecnica dell'affresco e della pittura ad olio su tela (vari Baccanali, Apollo e Marsia, Giudizio di Paride). Le notizie sul suo conto si perdono successivamente, per quanto le fonti accennino a un trasferimento a Palermo. La dispersione delle opere palermitane e di quelle messinesi, a parte la paletta alquanto rovinata della Madonna della lettera con i santi Pietro e Paolo, ora nel Museo Regionale di Messina, e il numero davvero ridotto di quelle napoletane conferiscono speciale importanza al complesso delle tele per la Certosa di Bologna, che comprendono anche i quattro evangelisti e i due santi certosini, oltre a figure di sante. A questi si deve aggiungere la grande tela con il Sacrificio di Mosè posta sul monumentale camino di palazzo Davia Bargellini. Si tratta di dipinti che documentano la grande forza cromatica del pittore napoletano, giunto a Bologna forse nel 1642, all'età di 18 anni stando alle fonti antiche, per frequentare la bottega di Guido Reni; artista pertanto straordinariamente precoce, che si rivela a quel tempo già solidamente formato dalle lezioni di naturalismo cruento e di vitalismo pittorico dello spagnolo Jusepe de Ribera e di Francesco Fracanzano.