Santi di Tito
Sansepolcro, 1536 - Firenze, 1603
Passato nelle botteghe dei principali esponenti della cultura manieristica fiorentina e romana (Bronzino, Bandinelli, Taddeo Zuccari) Santi di Tito è in realtà tra i primi oppositori dello stile raffinato ed astratto che informa le imprese vasariane presso la corte medicea a Firenze. La sua pittura si unisce infatti a quella di Passignano e dell'Empoli nel rinnovare l'ambiente figurativo toscano in chiave di moderno naturalismo religioso, espressione di una nuova devozione.