Allegoria della Vanitas e della Penitenza
In questo dipinto il nudo femminile è percorso da una incessante variazione luministica; un senso di instabilità che si accorda con l'allusione alla precarietà della vita del fiore reciso e del soffione che si disperde al minimo colpo di vento; entrambi tenuti dalla giovane donna che invita alla penitenza attraverso il teschio e la ruvida stuoia intrecciata. E' molto probabile una datazione agli anni Quaranta del Seicento, anche per la ricchezza dei rimandi stilistici alla coeva pittura di Guercino e soprattutto alle ultime opere di Guido Reni.