Ritratto di Anna de Banzi Carrati
L’opera di importanza cruciale nel lento procedere formativo dell'artista è stata eseguita nel 1760 come ci informa l'iscrizione sul verso ritrae una gentildonna bolognese della famiglia Banzi, andata in sposa a Ercole Cavazza, presentata secondo gli schemi galanti della ritrattistica internazionale, ripresi a Bologna da Luigi Crespi. Il ritratto registra una fase in crescita dello stile di Ubaldo Gandolfi, fratello del più celebre Gaetano, per i brani di virtuosismo come i convincenti risalti luministici sulla mano sollevata in controluce che esibisce la mascherina e sulla veste percorsa da lievi tracciati del pennello a segnarne i riflessi serici, così come sull'altra mano, la cui palpitante grazia riceve i riverberi della luminosità colorata dell'abito frusciante; tratti che, unitamente ad analoghi segnali avvertibili nella Cattura di Sansone di collezione privata e nell'Assunta e santi (1759) della chiesa di Santa Maria Maggiore a Castel San Pietro, attestano significativi avanzamenti dell'artista, ormai trentenne, rispetto all'inerte modestia degli inizi.