INTERVISTA AD ANNALISA RADUANO

Annalisa Raduano è eclettica e determinata. Alle spalle ha una formazione artistica, nel 1999 è diventata giornalista pubblicista, collaborando a lungo con quotidiani locali (e ancora adesso continua a scrivere soprattutto per riviste specializzate), e oggi si definisce fieramente “formaggiara”, forte del lungo impegno e della passione che dedica al rinomato caseificio di famiglia, in cui lei rappresenta la terza generazione al timone.

Nel mezzo una lunga parentesi – 14 anni – negli organi della Camera di Commercio, diventando la prima donna non solo a Forlì – Cesena, ma nell’intera Regione (e una delle pochissime in Italia) a occupare il ruolo di vicepresidente vicario.

La sua vicepresidenza si è connotata per l’attenzione e il forte dinamismo a favore dell’imprenditoria femminile.

“L’imprenditoria femminile  – puntualizza Raduano  – rappresenta oltre il 22 per cento del totale. Significa che quasi un quarto delle imprese sono guidate da donne. E anche nel mondo dell’economia, la presenza delle donne determina un diverso approccio. Senza voler fare proclami femministi, credo che questa presenza vada valorizzata e sostenuta, ed è quello che ho cercato di fare. Devo aggiungere che ho avuto la fortuna di avere a fianco altre donne capaci e propositive, che condividevano questa idea e, insieme, abbiamo lavorato per costruire reti, favorire l’incontro e lo scambio fra le persone”.

Come ha vissuto l’ingresso fra i soci della Fondazione? E su cosa vorrebbe impegnarsi?

“Quando mi è stato proposto  mi sono sentita davvero gratificata: l’ho vissuto come un  riconoscimento da parte della città di quello che sono riuscita a fare finora. E per quanto mi riguarda, dopo 14 anni in Camera di Commercio, mi sento aperta ad affrontare nuove esperienze e a mettermi alla prova su altri versanti. In Fondazione, poi, mi sono subito sentita a mio agio, e i rapporti umani sono importanti per lavorare bene. Al momento non ho proposte o idee particolari: sono appena arrivata e, prima, credo sia importante capire le modalità e le linee di azione che si svilupperanno nei prossimi mesi”.

C’è qualche tema che le sta più a cuore?

Mi sento legata al mondo ambientalista e agli animali, con cui ho a che fare sia per motivi di lavoro (non è raro che capiti in qualche allevamento) sia per passione: ho tre cavalli ed è anche grazie a loro che ho maturato questa sensibilità. Quindi mi piacerebbe occuparmi di imprese e di tematiche green. Anche perchè l’ambiente deve essere una priorità di tutti, come dimostrano, purtroppo, gli eventi drammatici come quello della Marmolada”.

Lei viene dal Rubicone. Come  rappresenterà le istanze di quest’area?

“Il Rubicone può contare già su ottimi rappresentanti fra i soci della Fondazione e ci sono già importanti iniziative in cantiere. Per parte mia, posso mettere a disposizione la mia conoscenza delle istituzioni e del territorio, con i suoi diversi ambiti produttivi, sociali, culturali.  Mi piacerebbe molto sviluppare reti, perché credo sia importante lavorare insieme. E saper lavorare in gruppo è una delle cose che mi riescono meglio”.