LA BIBLIOTECA DELL’ABBAZIA DEL MONTE SI ARRICCHISCE CON UN INCUNABOLO APPARTENUTO A PAPA PIO VI GRAZIE AL SOSTEGNO DI FONDAZIONE CRC

Apparteneva a Papa Pio VI Braschi, definito il ‘Pontefice bibliofilo’, il prezioso incunabolo appena entrato a far parte della Biblioteca dell’Abbazia del Monte grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, e con un contributo dell’Associazione Amici della Biblioteca Malatestiana.

L’acquisizione è stata presentata nei giorni scorsi in una conferenza stampa, a cui hanno partecipato il Presidente della Fondazione Luca Lorenzi, l’Abate del Monte dom Mauro Maccarinelli e Paola Errani, curatrice della biblioteca dell’Abbazia.

L’edizione

Con il termine ‘incunabolo’ si indicano i primi libri stampati nel Quattrocento, a partire dall’invenzione di Gutenberg.

E infatti, il volume appena acquisito è una Bibbia latina stampata a Venezia nel 1475. È stata la prima Bibbia stampata nella città lagunare, ad opera di due tipografi di origine tedesca, Franz Renner e Nicholas da Francoforte. Di questa edizione sono rimasti circa un centinaio di esemplari conservati in varie istituzioni, dall’Europa, agli Stati Uniti, al Giappone, di cui 26 nelle biblioteche italiane.

L’esemplare

Il volume, composto da 454 carte, in folio, misura mm 281 × 193; vi sono rare note a margine dei secoli XV/XVI, segni di attenzione e maniculae alle cc. 217r, 242v, 344r, 390r; a c. 214r vi è il disegno a penna di un volto. Possiede una legatura in pelle marrone su assi, con dorso suddiviso in sei caselle la seconda della quali recante un’etichetta in pelle rossa con titolo e note tipografiche impressi in oro, le altre decorate con fregi vegetali e floreali impressi in oro; i piatti sono decorati con cornice a nastri intrecciati a motivi floreali, e recanti al centro lo stemma del papa Pio VI impresso in oro, i tagli sono dorati Si presenta in ottime condizioni di conservazione.

La Biblioteca di Papa Pio VI Braschi

Grande appassionato di libri antichi e di pregio, Papa Braschi aveva raccolto una splendida e ricca biblioteca, caratterizzata proprio dalla presenza di numerosi incunaboli, e aveva manifestato l’intenzione di lasciarla alla sua città natale. Per questo aveva incaricato l’architetto delle Legazioni Cosimo Morelli di costruire a Cesena una biblioteca simile nella forma alla romana Casanatense. Purtroppo, l’arrivo delle truppe napoleoniche a Roma e la deportazione del papa impedirono la realizzazione del progetto: i francesi asportarono gran parte della collezione di incunaboli, che sono tuttora conservati alla Bibliothèque di Saint-Geneviève a Parigi (si tratta di 214 incunaboli, scelti fra i più preziosi), i libri d’arte finirono presso l’Ècole Polytechnique e 44 manoscritti alla Bibliotheque Nationale di Parigi. Tutti gli altri volumi (circa seimila) furono venduti a due librai romani, Mariano de Romanis e Filippo Barbiellini per undicimila scudi e così la preziosa collezione andò così dispersa sul mercato antiquario. Nel catalogo dei due librai figurano 80 incunaboli.

Il catalogo dei librai De Romanis e Barbiellini, che riporta ciò che rimase della biblioteca del papa dopo le spoliazioni, testimonia i gusti e gli orientamenti personali di Pio VI: si possono notare l'interesse per il mondo scientifico e una decisa predilezione per il diritto, e la mancanza invece delle grandi opere intellettuali del Settecento. La caratteristica principale della biblioteca del pontefice va comunque individuata nella cura attenta per i libri rari e di pregio e nella passione per la ricerca delle antiche edizioni a stampa, che hanno gli hanno procurato la fama di "papa bibliofilo".

Per quanto riguarda questo volume, la presenza al suo interno di un timbro a secco rivela che in tempi relativamente recenti ha fatto parte del General Theological Seminary della Chiesa Episcopale di New York, ma come sia approdato a questa collezione non è dato sapere.

L’acquisizione

L’incunabolo è stato messo in vendita dalla Libreria Antiquaria Mediolanum in occasione della New York Antiquarian Book Fair 2023 per una cifra pari a 20mila euro. Un’occasione imperdibile per riportare a Cesena almeno una memoria del cospicuo patrimonio bibliografico appartenuto a Pio VI.

Considerato il carattere di unicità del prezioso manufatto, la Fondazione della Cassa di Risparmio ha ritenuto opportuno sostenerne l’acquisto, tenuto conto che il valore culturale supera quello commerciale, anche per il particolare legame con la città di Cesena. Da qui la decisione di destinare a questo scopo 10mila euro. All’iniziativa ha partecipato anche l’associazione Amici della Biblioteca Malatestiana con uno stanziamento di 2000 euro.

La Biblioteca dell’Abbazia del Monte

La Bibbia di Pio VI è andata così ad aggiungersi al vasto patrimonio della Biblioteca abbaziale, di cui fanno parte migliaia di volumi di carattere prevalentemente teologico ed umanistico. All'interno del suo fondo antico, che custodisce 1321 edizioni antiche per un totale di circa 2400 volumi, sono già conservati sei incunaboli, un discreto numero di cinquecentine ed un prezioso antifonario ambrosiano del XIV secolo.