VOLONTAROMAGNA, A SERVIZIO DEL VOLONTARIATO. INTERVISTA ALLA PRESIDENTE BRUGNETTINI

Dare una mano alle associazioni di volontariato, mettendo a loro disposizione servizi e consulenze: questa la mission di VolontaRomagna, il Centro di Servizio per il volontariato delle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. Un organismo relativamente giovane (l’atto di nascita ufficiale è il 1 gennaio 2022), ma con una lunga esperienza alle spalle, visto che è nato dalla fusione di Assiprov Forlì-Cesena e di VolontaRimini, ognuno dei quali svolgeva stessa attività nell’ambito della propria provincia da oltre 20 anni e che a seguito dell’accreditamento garantisce nelle tre province medesime risorse, servizi e rappresentanza nella governance.

“Possiamo dire che VolontaRomagna con questo assetto - sintetizza la presidente Giorgia Brugnettini - favorisce una maggiore condivisione delle risorse, delle competenze e delle buone pratiche, oltre a facilitare la realizzazione di progetti più ampi e inclusivi. In sintesi, VolontaRomagna può essere visto come un miglioramento o un’evoluzione dei servizi precedenti, progettato per rispondere meglio alle esigenze delle organizzazioni di volontariato e dei volontari in uno scenario di grande cambiamento. I compiti sono gli stessi, ma le dimensioni molto maggiori. Gestire una realtà così grande non sempre è facile, ma offre sicuramente maggiori opportunità”.

Come è nata VolontaRomagna?

“Da un obbligo di legge. Il Codice del Terzo settore, entrato in vigore con il Decreto Legislativo n. 117 del 2017 ha stabilito che ci fosse un Centro di Servizio del Volontariato ogni milione di abitanti, e da qui è partito il percorso per dare vita a un unico organismo romagnolo. Per fortuna non partivamo da zero: c’era già l’abitudine a collaborare, specialmente fra Rimini e Forlì-Cesena, e questo ci ha aiutato a trovare il giusto passo per dare vita all’attuale configurazione. Oggi VolontaRomagna vede associate 570 associazioni ed è il secondo Csv d’Italia per dimensioni; prima di noi c’è solo quello dell’Umbria, che però è di livello regionale”,

Nel concreto, come opera VolontaRomagna?

Siamo un centro di servizio e, quindi in primo luogo offriamo al mondo del volontariato vari tipi di servizi, specialmente per quanto riguarda l’espletamento delle pratiche burocratiche, che spesso scoraggiano i volontari. Nel dettaglio siamo in grado di accompagnare tutti i passaggi della vita associativa, dal momento della costituzione in poi. Ad esempio possiamo dare una mano per quanto riguarda la gestione e l’amministrazione, le normative e scadenze, le questioni legate alla sicurezza e alla privacy. Ci occupiamo anche di formazione per i volontari, di monitoraggio delle opportunità di finanziamento, di coordinamento. Per mettere a punto i nostri interventi ci basiamo sui bisogni espressi dalle associazioni e per questo, oltre a raccogliere le segnalazioni che ci arrivano nel corso dell’anno, organizziamo anche momenti specifici di confronto. Il nostro scopo è di favorire per quanto possibile l’autonomia: VolontaRomagna si mette a fianco delle associazioni, fornisce strumenti e aiuto da parte di esperti, ma non si sostituisce mai alle associazioni. Siamo consapevoli che fare volontariato significa migliorare il luogo in cui si vive per starci meglio, fa sentire vivi, si imparano cose nuove, si conoscono nuove persone e si stringono amicizie. Il volontariato è piacevole per chi lo fa, utile per chi lo riceve, importante per il ruolo che ha nello sviluppo della società e nell’interesse generale.  Vogliamo che tutti possano approfittare dei suoi benefici nel tempo libero. Per questo sosteniamo iniziative, progetti e percorsi di orientamento, per promuovere i suoi valori e far conoscere le opportunità, in modo che ciascuno possa trovare la giusta attività di volontariato, più adatta ai propri bisogni e inclinazioni e conoscere le realtà del territorio o quelle internazionali e i diversi temi di cui si occupano. Per questo il Centro di Servizio per il Volontariato opera con i singoli cittadini (con attenzione particolare ai giovani), volontari o aspiranti volontari, gruppi, associazioni, enti, scuole, imprese.

I vostri interlocutori sono solo i vostri soci?

No. Il nostro impegno è di rispondere ai bisogni di tutto il volontariato romagnolo, quindi per usufruire dei nostri servizi che – va sottolineato – sono tutti gratuiti, non c’è bisogno di essere associati. Basta essere un’organizzazione di volontariato (Odv) o di promozione sociale (Aps) iscritta al Registro Nazionale Terzo Settore (Runts) o in procinto di iscriversi.

Si può dire che siete un osservatorio privilegiato del mondo del volontariato. Quali sono le esigenze più importanti in questo ambito?

Dal punto di vista del volontariato la Romagna è una terra feconda, con una forte spinta alla solidarietà e al servizio verso la comunità: lo abbiamo visto in modo straordinario nei difficili giorni dell’alluvione, quando tanti si sono rimboccati le maniche per aiutare gli altri. Questo atteggiamento diffuso spiega il grandissimo numero di realtà associative, spesso di piccole dimensioni.

In questo quadro, la cosa più importante è lavorare in rete per creare collegamenti e opportunità. Per questo crediamo importante il dialogo anche con istituzioni ed enti, come appunto la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, con l’obiettivo di fare sistema.